Percoso
Corso di Fotografia "Donna Fotografa"
condotto da Giuliana Traverso
Il percorso creativo
Il presupposto su cui si fondano i percorsi formativi condotti da Giuliana Traverso è che la fotografia sia uno strumento espressivo. Fotografando, si indaga e si interpreta la realtà. Sia la realtà del mondo esterno che la propria realtà interiore.
Chi da un corso si aspetta una specie di "patente" o di abilitazione ad usare apparecchi senza commettere errori tecnici, può trovare molte risposte, anche di buona qualità in molte altre proposte. La maggioranza dei corsi di fotografia si concentra infatti prevalentemente sulla meccanica dell'apparecchio, sulla chimica dei reagenti, sulla luminosità delle lenti, orientando la formazione su aspetti tecnici e lasciando invece sullo sfondo, e talvolta trascurando completamente il profondo meccanismo che lega lo scatto al proprio desiderio di fare emergere il talento creativo, la visione del mondo, la sfera interiore.
Questo non significa che gli aspetti tecnici della ripresa, dello sviluppo e della stampa vengano sottaciuti, sono invece trattati ampiamente, ma inquadrati per quello che sono, e cioè strumenti al servizio della creatività.
Giuliana Traverso dice che "L'essenziale è che chi si avvicina alla fotografia raggiunga la netta convinzione che essa non è un oggetto ma un sentimento" I corsi si dirigono naturalmente puntando l'attenzione assai più su cosa fotografare che come fotografare e conducendo successivamente i gruppi di allieve e allievi a una reciproca critica costruttiva degli elaborati attraverso precise domande o allusioni, dialoghi, e scambi di opinioni.
Il percorso di apprendimento di "Donna fotografa" parte dallo svolgimento di temi che possono far emergere il meglio della creatività: ogni scatto viene discusso e rielaborato grazie a scambi interpersonali tra maestra e allieve, in modo da interpretare l'immagine, rendendone decodificabile il significato più profondo.
Nel "galateo della fotografia" si punta di più sull'evidenziazione delle capacità tecniche, più accessibili al mondo maschile. Il coinvolgimento tra insegnante e allievi viene creato operando in un grande spazio provvisto di una camera oscura perfettamente attrezzata con tecnico a disposizione e relativa sala di posa.
Per definire il profilo e le dinamiche di un'esperienza tanto profonda come quella di "Donna Fotografa" e in generale dell'attività di Giuliana Taverso insegnante, vale la pena di citare una parte di una bella intervista realizzata da Federica de Micheli:
Una scuola importante, una scuola di vita, un po' atipica se si pensa che alcune delle "allieve" di Giuliana frequentano i suoi corsi da più di 20 anni, senza mai perderne uno! C'è da chiedersi come sia possibile... la risposta è semplice: il secondo anno di corso (che dura da ben 29 anni) è un laboratorio permanente mai uguale a se stesso.
Ho avuto la fortuna di conoscere alcune di loro, di quelle donne con la macchina fotografica nel cuore, in occasione dell'inaugurazione di due mostre collettive che raccoglievano parte del lavoro svolto negli ultimi mesi (la prima "la Regola e le Eccezioni" insieme di esposizioni personali liberamente ispirate; la seconda dal tema unico: "Alice nel paese delle Meraviglie"). Ho parlato con loro, le ho ascoltate attentamente e ho intuito lo spessore degli incontri che permette loro di provare una profonda sensazione di condivisione e scambio; ma soprattutto l'importanza di ritagliare un momento, letteralmente strappato alla frenetica vita quotidiana che ognuna di queste donne vive, da dedicare all'anima. Sono avvocati, casalinghe, commercialiste, impiegate. Una di loro, Giulia, segue i corsi da 22 anni, ha circa 70 anni, è una fotografa professionista, con una energia e una passione inesauribili, un vero vulcano. Barbara invece, ha circa 35 anni e segue Giuliana da soli 4 anni, ma il racconto della sua prima lezione ancora mi emoziona: "Sono uscita in strada trattenendo a stento le lacrime... i colori della mia vita non sarebbero più stati gli stessi, mi sembrava di vedere il mondo per la prima volta...".
Tanti anni fa, una giovane donna che frequentava la scuola, immancabilmente puntuale, all'uscita, trovava il marito che la aspettava. Una sera l'uomo avvicinò Giuliana e le disse: "Volevo ringraziarla perché abbiamo imparato moltissimo...". Ogni volta, quella ragazza condivideva con il suo compagno, ovviamente "escluso" dai corsi, la sua esperienza di conoscenza. Ed è curioso scoprire, a distanza di anni, che quell'uomo è diventato un fotografo professionista...
Così, il gineceo "Donna Fotografa" da un anno ha aperto la porta all'universo maschile ed è nato "Il Galateo della Fotografia": un corso per soli uomini. I tempi erano ormai maturi. Una nuova sfida per la Traverso che con la sua gentile capacità di interagire ha tutta l'intenzione di continuare a svelare le differenze; il desiderio di insegnare ai suoi alunni ad assaporare il gusto delle loro fragilità, a sollecitare in loro una coscienza critica e una riflessione intimista sul senso della vita. Se alle donne vuole insegnare ad uscire dal guscio, agli uomini consentirà di ricercare in se stessi il loro "io" più profondo interiorizzando l'esteriore.
(F. De Micheli, intervista apparsa su Foto Cult)
Il presupposto su cui si fondano i percorsi formativi condotti da Giuliana Traverso è che la fotografia sia uno strumento espressivo. Fotografando, si indaga e si interpreta la realtà. Sia la realtà del mondo esterno che la propria realtà interiore.
Chi da un corso si aspetta una specie di "patente" o di abilitazione ad usare apparecchi senza commettere errori tecnici, può trovare molte risposte, anche di buona qualità in molte altre proposte. La maggioranza dei corsi di fotografia si concentra infatti prevalentemente sulla meccanica dell'apparecchio, sulla chimica dei reagenti, sulla luminosità delle lenti, orientando la formazione su aspetti tecnici e lasciando invece sullo sfondo, e talvolta trascurando completamente il profondo meccanismo che lega lo scatto al proprio desiderio di fare emergere il talento creativo, la visione del mondo, la sfera interiore.
Questo non significa che gli aspetti tecnici della ripresa, dello sviluppo e della stampa vengano sottaciuti, sono invece trattati ampiamente, ma inquadrati per quello che sono, e cioè strumenti al servizio della creatività.
Giuliana Traverso dice che "L'essenziale è che chi si avvicina alla fotografia raggiunga la netta convinzione che essa non è un oggetto ma un sentimento" I corsi si dirigono naturalmente puntando l'attenzione assai più su cosa fotografare che come fotografare e conducendo successivamente i gruppi di allieve e allievi a una reciproca critica costruttiva degli elaborati attraverso precise domande o allusioni, dialoghi, e scambi di opinioni.
Il percorso di apprendimento di "Donna fotografa" parte dallo svolgimento di temi che possono far emergere il meglio della creatività: ogni scatto viene discusso e rielaborato grazie a scambi interpersonali tra maestra e allieve, in modo da interpretare l'immagine, rendendone decodificabile il significato più profondo.
Nel "galateo della fotografia" si punta di più sull'evidenziazione delle capacità tecniche, più accessibili al mondo maschile. Il coinvolgimento tra insegnante e allievi viene creato operando in un grande spazio provvisto di una camera oscura perfettamente attrezzata con tecnico a disposizione e relativa sala di posa.
Per definire il profilo e le dinamiche di un'esperienza tanto profonda come quella di "Donna Fotografa" e in generale dell'attività di Giuliana Taverso insegnante, vale la pena di citare una parte di una bella intervista realizzata da Federica de Micheli:
Una scuola importante, una scuola di vita, un po' atipica se si pensa che alcune delle "allieve" di Giuliana frequentano i suoi corsi da più di 20 anni, senza mai perderne uno! C'è da chiedersi come sia possibile... la risposta è semplice: il secondo anno di corso (che dura da ben 29 anni) è un laboratorio permanente mai uguale a se stesso.
Ho avuto la fortuna di conoscere alcune di loro, di quelle donne con la macchina fotografica nel cuore, in occasione dell'inaugurazione di due mostre collettive che raccoglievano parte del lavoro svolto negli ultimi mesi (la prima "la Regola e le Eccezioni" insieme di esposizioni personali liberamente ispirate; la seconda dal tema unico: "Alice nel paese delle Meraviglie"). Ho parlato con loro, le ho ascoltate attentamente e ho intuito lo spessore degli incontri che permette loro di provare una profonda sensazione di condivisione e scambio; ma soprattutto l'importanza di ritagliare un momento, letteralmente strappato alla frenetica vita quotidiana che ognuna di queste donne vive, da dedicare all'anima. Sono avvocati, casalinghe, commercialiste, impiegate. Una di loro, Giulia, segue i corsi da 22 anni, ha circa 70 anni, è una fotografa professionista, con una energia e una passione inesauribili, un vero vulcano. Barbara invece, ha circa 35 anni e segue Giuliana da soli 4 anni, ma il racconto della sua prima lezione ancora mi emoziona: "Sono uscita in strada trattenendo a stento le lacrime... i colori della mia vita non sarebbero più stati gli stessi, mi sembrava di vedere il mondo per la prima volta...".
Tanti anni fa, una giovane donna che frequentava la scuola, immancabilmente puntuale, all'uscita, trovava il marito che la aspettava. Una sera l'uomo avvicinò Giuliana e le disse: "Volevo ringraziarla perché abbiamo imparato moltissimo...". Ogni volta, quella ragazza condivideva con il suo compagno, ovviamente "escluso" dai corsi, la sua esperienza di conoscenza. Ed è curioso scoprire, a distanza di anni, che quell'uomo è diventato un fotografo professionista...
Così, il gineceo "Donna Fotografa" da un anno ha aperto la porta all'universo maschile ed è nato "Il Galateo della Fotografia": un corso per soli uomini. I tempi erano ormai maturi. Una nuova sfida per la Traverso che con la sua gentile capacità di interagire ha tutta l'intenzione di continuare a svelare le differenze; il desiderio di insegnare ai suoi alunni ad assaporare il gusto delle loro fragilità, a sollecitare in loro una coscienza critica e una riflessione intimista sul senso della vita. Se alle donne vuole insegnare ad uscire dal guscio, agli uomini consentirà di ricercare in se stessi il loro "io" più profondo interiorizzando l'esteriore.
(F. De Micheli, intervista apparsa su Foto Cult)