Giuliana Traverso
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Il Colore Lacerante (1994)

Giuliana Traverso è considerata, da critici ed appassionati, una grande fotografa bianco-nerista per la sua forte propensione ad esprimersi, nella maggior parte delle sue opere, rifuggendo dalle possibili “distrazioni cromatiche” del colore.
Guidata da una naturale inclinazione, che la porta a scandagliare le sensazioni più profonde, si è affidata quasi sempre al bianco e nero per raccontare e raccontarsi.
Essendo però sperimentatrice sempre in evoluzione non si poteva sentire costretta in uno stereotipo, ma le premeva l’esigenza, come un bisogno forte, di inoltrarsi in percorsi nuovi, personali ma in transito verso l’universale, cercando di coinvolgere tutti.
Per questo non si accontenta e inizia una momentanea sfida con se stessa per proporci immagini adatte a riportare alla luce un universo di sentimenti e passioni e attraverso una sorta di corto-circuito del colore esprimerli in modo nuovo e penetrante, quasi a trascinarci in un vortice.
Nasce così un’opera fortemente simbolica e creativa nella quale l’autrice si serve del colore “tout court”, “colore lacerante” come recita il titolo, per introdurci in un mondo suo, posto tra fantasia e sogno, alla ricerca di una realtà altra, immaginata e originale che, lasciando il realismo, si avventura in un coraggiosa ed efficace ricerca espressiva e lo fa agganciandosi ad una simbologia chiara e di immediatezza visiva.
Sono immagini poetiche ed emozionali che ci immergono in un’atmosfera in grado di evocare sentimenti e sensazioni che ci seguono in tutto il lavoro.
Ci sentiamo avvolti nella fragranza di profumi che la natura espande, in un trionfo di fiori o nebbie novembrine, attirati dal volo di uno splendido rapace che domina il cielo o elevati verso il sublime da un angelo ad indicarci una via. Richiami alla natura umana, alle difficoltà del vivere, alle nostre paure, ai bisogni di sicurezza di un tempo che scorre troppo veloce, ma anche alla gioia esplosiva di due labbra rosso fuoco che ci affascinano o alla dolcezza di un viso amorevole ed enigmatico.
Sentiamo, attraverso gli straordinari effetti cromatici che scandiscono questo lavoro, fatto di creatività ed immaginazione, tutta la forza rivelatrice di una fotografia che riesce ad amplificare la dimensione evocativa del suo raccontare attraverso una poetica che trasforma e rinnova le cose, le ricrea e ce le porge elevandole.
Un’opera tecnicamente coraggiosa e complessa perché realizzata in un momento ancora un poco lontano dallo sviluppo accelerato dell’elaborazione digitale e ottenuta con procedimento manuale.
Opera innovativa che nasce, e l’autrice propone, in uno scenario culturale dove la fotografia era particolarmente intesa come rappresentazione realistica e il concetto di “bello fotografico” molto incentrato sulle regole compositive.
Come dicevamo una sfida che la Traverso ha lanciato a se stessa per non sentirsi mai statica, farci partecipi del continuo evolversi del suo percorso fotografico e sottolineare come l’incessante spirito di ricerca sia base di ogni artista.
La stessa Giuliana Traverso, ancor oggi, si spiega ripetendo una frase, da Lei sentita e condivisa, di Lisette Model: “ragazzi ho appena cominciato”.
Orietta Bay

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